Milanovibra in edicola dal 6 luglio contiene un articolo che parla degli “Artigiani del cibo” dell’Emilia-Romagna, e noi siamo onorati di essere stati intervistati per far conoscere il mondo del miele biologico a tutti i lettori. Insieme a noi in questa intervista potrete trovare le storie della pasticceria e cioccolateria Paolo Staccoli (Cattolica), della Gelateria Leoni (San Giorgio di Cesena) e della Spanizza di Francesco Gigliotti (Bologna).
Di seguito riportiamo la parte dell’intervista dedicata a ReRiccio, mentre lasciamo un link per scaricare l’articolo intero. Buona lettura!
Ricerca e cura: il miele bio non è mai stato così prezioso
“Attenzione ai dettagli e ricerca del gusto perfetto. Da queste basi nasce ReRiccio, brand del miele ideato da Maura Chiaretti e Riccardo Bertazzoli, marito e moglie ferraresi uniti in un progetto imprenditoriale che punta all’eccellenza. Entrando nel loro mondo si finisce per essere inebriati fra aromi di acacia, del rosmarino, dell’anice stellato che si sprigiona durante l’assaggio fino ad accarezza l’idea fresca di una foresta trentina al sapore di pino mugo. Non vendono essenze, ma miele biologico realizzato a mano e generato da api allevate in 350 arnie collocate nella provincia di Ferrara.
«Nel nostro prodotto non c’è niente di industriale – esordisce Riccardo –. Il miele di acacia ReRiccio viene prodotto raccogliendo fiori in purezza sui Colli Euganei e sull’Appennino bolognese, accompagnandolo poi in altre tre referenze da fiori ed erbe spontanee provenienti dalle Alpi italiane».
È un’attenzione ai minimi particolari che coinvolge anche il nome e il packaging del prodotto: il logo parte dalle spine di un riccio – soprannome di Riccardo quando era piccolo -, accompagnate dalla corona del re e da quella “R” che si snoda verso l’alto.
Nulla viene lasciato al caso: «Aziende agricole che producono miele in Italia ci sono, noi facciamo qualcosa di diverso. Il nostro miele è oro liquido e lo proponiamo in un’insolita confezione che sembra un orologio, quasi un’idea regalo».
ReRiccio non vuole arrendersi alla grande distribuzione organizzata e vuole comunicare il suo prodotto in maniera innovativa, per questo hanno scelto di proporlo nelle boutique, nelle enoteche, in luoghi storici del Ferrarese. Siamo stati in un autentico “orto a cielo aperto”, proprio lì dove nasce il loro prodotto: le arnie per api. Colpisce la cura con cui sono disposte casse e telai. Ogni arnia, un’ape regina contrassegnata con una punta di colore. Ogni ape regina, tante operaie che volano prima di “rincasare” per produrre miele. Proprio come ReRiccio, che vuole girare il mondo senza dimenticare le sue origini.
La sommelier del miele
Il miele è un dolcificante che sostituisce lo zucchero? Sì, ma è anche tanto, tanto altro. «In Italia manca una cultura del miele: noi lo proponiamo anche come primo o secondo, con contaminazioni dentro la cucina. Un esempio? Spaghetti al miele ReRiccio, con mandorle e scorza di arancia», propone Maura Chiaretti.
Maura ha trasformato una passione in un lavoro a 360 gradi che l’ha portata ad ottenere la qualifica di sommelier: «Bisogna studiare, poi sostenere un esame. È qualcosa che dà un valore aggiunto al nostro prodotto. Un sommelier del miele, attraverso l’analisi sensoriale, cerca di connotare le varie tipologie che variano in base alla stagione. Questo perché da maggio a settembre l’attività è di un certo tipo, ma in inverno cambia tutto», aggiunge. Lei, che da mamma e profana del miele lo ha riscoperto grazie ai suoi figli a scuola e che ora segue passo passo le dinamiche di sostenibilità ambientale attorno alla sua produzione. Una metodologia a chilometro zero che, proprio come il miele, vale oro.”.